Palermo come Frogger

La Schermata del giorco

Negli anni 80, nacque un famoso gioco di nome Frogger.

Consisteva nel cercare di arrivare alla sponda opposta, attraversando prima una trafficatissima strada e successivamente un fiume, passando sopra dei tronchi. Ovviamente superando i vari livelli di gioco, aumentavano le difficoltà, i veicoli ed i tronchi aumentavano la loro velocità e si inserivano ulteriori complicazioni.

Perché iniziamo questo articolo ricordando un gioco degli anni ‘80? Semplice, la città di Palermo può essere tranquillamente assimilata al gioco, o meglio le sue strade, perché il loro attraversamento, da parte di pedoni e ciclisti, risulta essere difficoltoso come il gioco.

Alcune delle principali strade cittadine sono assimilabili al gioco, sia a causa dell’inciviltà del cittadino, sia alla mancanza di infrastrutture che permettano il loro attraversamento in sicurezza. Il pedone deve fare una serie di “zigzag” avanti e indietro, destra e sinistra per cercare di schivare le auto e le moto in transito, che in caso di “buon cuore” del guidatore rallentano quanto basta per permettere il transito del povero pedone. Sappiamo benissimo che in un gioco anche se vieni schiacciato da un’auto puoi premere un pulsante e riparti, ma nella vita reale non è così, nella vita reale se vieni investito non hai un tasto per poter far ripartire il gioco.

Le città devono essere a misura d’uomo, non di auto. Bisogna far capire alle amministrazioni ed agli abitanti della città, che le strade sono di tutti e che la priorità di utilizzo la deve avere l’utenza debole (pedoni, ciclisti, disabili), poi i mezzi pubblici poi i mezzi a motore privati.

Bisogna creare delle zone cuscinetto, soprattutto nelle zone residenziali, nel centro storico e davanti le scuole. Zone con la velocità non superiore ai 30 km/h, zone con una diversa distribuzione degli spazi, con rallentatori della velocità artificiali, spazi dedicati alla vita della strada, eliminando parcheggi e riducendo la carreggiata, “costringendo” gli automobilisti a ridurre la velocità.

In questi tempi di coronavirus, dove siamo obbligati a stare in casa, osserviamo come l’inquinamento si sia ridotto in molte città. L’amministrazione si dovrebbe chiedere se non sia il caso di ripensare la mobilità della nostra città, mettendo al centro della mobilità l’uomo non l’auto. Quando terminerà questa emergenza, le abitudini di spostamento dei palermitani cambieranno, cercheranno di mantenere le distanze rinunciando all’utilizzo dei mezzi pubblici (anche chi per abitudine utilizzava i mezzi pubblici), preferendo sistemi di spostamento individuale. E’ questo il momento in cui dare un’alternativa all’auto. Sarà necessario far capire a tutti i cittadini che bisogna cambiare le modalità di spostamento riducendo l’uso dell’auto e di conseguenza inquinamento, rumore e caos.

Dobbiamo ripensare la nostra vita in modo diverso, più lento, a misura d’uomo e rendere la città più vivibile. Il centro storico è già una dimostrazione di come la pedonalizzazione di alcune strade sia un’ottima idea, la gente ha voglia di camminare e di godersi gli spazi. Lo dimostra anche il fatto che nelle zone chiuse al traffico veicolare, sono rinate molte attività produttive, magari non come quelle storiche, ma hanno comunque ravvivato delle zone della città che prima non avrebbero avuto un futuro.